Passanti, viaggiatori, passeggeri, da ogni parte del mondo, si incontrano; siedono l’uno accanto all’altro, si alzano, scendono, poi spariscono, per sempre.

Incontri distratti, fatali, casuali o voluti, nel vagone di un treno, dove tutto può succedere, solo in quell’attimo con lo sguardo rivolto al finestrino, tra sensazioni e impressioni nella tentazione di costruire un’idea d’amore.

Scesi dal treno, si rimane soli, con il peso dei propri pensieri, la forza delle proprie emozioni.
Emozioni fulminee, come quei paesaggi che scorrono velocissimi, attraverso quel vetro, ridondante e ovattato, di quel treno che scorre e corre contro il tempo; ma soprattutto di quel treno che passa solo per noi.

Passanti è la proiezione di un’idea d’amore, dove l’immaginazione prende il sopravvento: tutto è possibile, tutto è emozione.

Amori fugaci, eterei, platonici, della durata di un viaggio, di una sera, o per la loro irrefrenabile forza, trasformati in ricordi indelebili, ben nitidi, capaci di resistere nel tempo, “una manciata di minuti con la potenza dell’eternità.”